L’iniziativa

Fondazione Aldo Della Rocca / L’iniziativa

L’iniziativa

La cultura che ha plasmato il mondo occidentale di un umanesimo carico di una nuova civiltà basata sulla forza della ricerca empirica e della razionalità del valore della dignità dell’uomo, tesa in uno sforzo gigantesco a intrecciare le due razionalità in unità, deve, oggi, confrontarsi con lo sviluppo assai rapido della tecnologia, a volte a scapito di altri campi spirituali e materiali.
I problemi posti nella post-modernità sono rappresentati dall’ineludibile rapporto tra scienza e valori e dall’esigenza di affrontare in modo responsabile tale problema al fine di ridurre al massimo le conseguenze negative di una tendenza alla omogeneizzazione che pare essere peculiare del processo di modernizzazione in corso nella nostra società occidentale. Si tratta di capire il senso della modernità, di analizzare i processi di “trasformazione verso la post-modernità” e, soprattutto, di cogliere quelle problematiche emergenti da tali processi che riguardano la persona e le modalità di adattamento ai nuovi contesti culturali.
Lo sviluppo della tecnologia concorre ad accentuare la convergenza delle intenzionalità sui problemi empirici della vita di una persona piuttosto che sui problemi etici e valoriali.
A livello mondiale si sente sempre più l’esigenza ad uscire dal razionalismo dominante e mostrarsi aperti alla ricerca e all’approfondimento di quei sistemi di valori che caratterizzano in maniera diversa le culture di altre aree mondiali diverse dalla nostra e, pure esse, collocate in un cammino di transizione verso la modernità, se pure con criteri distinti e difficilmente conciliabili con la nostra cultura. La grande sfida posta dalla modernità consiste nello sviluppo che il processo di modernizzazione imprimerà in queste culture e le influenze che esse avranno, anche in termini di cambiamento e di dominio sulla nostra, nel determinare uno scenario culturale mondiale inedito e nuovo. Si dovrà capire, anticipando il futuro, se la tendenza alla “omogeneizzazione” dell’epoca moderna, in questa nostra società, potrà trovare in quelle culture un aiuto per una soluzione positiva che riconduca il conflitto tra scienza e valori alla tensione verso quell’unità che era propria dell’umanesimo dei secoli scorsi, pur nel rispetto delle singole differenze culturali e ontologiche, oppure se lo sviluppo verso la modernità di queste culture, prive di passato di storia carico di umanesimo, porterà a sviluppare processi verso un’omogeneizzazione mondiale dovuti non tanto allo sviluppo della scienza e della tecnica in conflitto o in contrasto con i valori, quanto piuttosto al prevalere dell’irrazionalità fideistica sulla ragione e all’utilizzo strumentale ad essa coerente, della ricerca e della tecnologia.
Quando l’Europa sarà abituata ad una popolazione sempre più diversa da quella attuale, poiché ha deciso di prendere la strada della non proliferazione, consegnandosi al destino dell’invecchiamento, essa sarà anche abitata da sistemi culturali diversi da quelli che abitano ancora l’Europa e che rispecchiano la lunga storia che inizia dal preumanesimo fino all’umanesimo rinascimentale. Tali premesse culturali transmediterranee, che non hanno conosciuto, né le finalità umanitarie della tecnologia, né la formulazione razionale dell’esistenza umana, con molta probabilità non saranno in grado di evitare l’errore di esaltare l’irrazionalità di ogni scelta di valore e conseguentemente di perseguire la scelta della negazione della dignità dell’uomo.
Riscoprire un nuovo umanesimo centrato su “la città dei valori interetnica” è la sfida del cambiamento dei prossimi anni alla quale coinvolgere oggi i giovani europei.
Purtroppo questa iniziativa, tra le più importanti da un punto di vista culturale, non ha potuto ancora essere compresa anche per la sua originalità e quindi non è ancora stato possibile attuarla.