Città cablata e interetnica.
Ricerca, formazione e sperimentazione da “Megaride 94” alla città europea, cablata e interetnica
l’esperienza continua …
Città multietnica, interetnica, multi o inter-culturale sono, solo apparentemente, sinonimi.
Il primo termine postula una sorta di addizione tra etnie nello spazio urbano, mentre il secondo considera l’esistenza di un’interazione tra le stesse, interazione che viene posta al centro dell’attenzione. Gli ultimi termini sostituiscono invece i caratteri etnici con quelli culturali, per affermare che, comunque, al fondo di ogni cosa c’è l’uomo, indipendentemente dalla razza, ma non dal proprio patrimonio di storia, religione, memoria, cioè cultura. Se si vuole, in fondo è il meno “razzista”.
Il fenomeno migratorio, verso l’Europa in generale e verso l’Italia in particolare, è in progressiva crescita con punte comprese tra il 5 e il 10% della popolazione nei paesi più ricchi dell’Europa centrale e settentrionale, con l’eccezione del Lussemburgo che si attesta sul 50%, mentre Spagna, Italia, Grecia e Portogallo si collocano intorno al 2 e al 4%. La tendenza prevedibilmente non si invertirà. Ci si deve per forza abituare a non considerare temporaneo questo fenomeno.
Dunque, si pone il problema della sostenibilità. Sostenibilità in termini di vivibilità delle città, considerando che proprio i contesti urbani, specie quelli di dimensioni maggiori, sono potenti catalizzatori dei processi che si svolgono al proprio interno, coinvolgendoli in tutte le loro componenti. Sostenibilità anche in rapporto con l’ambiente più vasto a cui la città appartiene, ma anche nei microambienti urbani, nella formazione e nella caratterizzazione di quegli spazi e dei loro valori culturali.
La Fondazione Della Rocca, che per oltre quindici anni ha sviluppato il tema innovativo della “città cablata”, ha completato il proprio percorso culturale e scientifico con i temi della città multietnica, sollecitando e raccogliendo una notevole mole di riflessioni di studiosi provenienti da Paesi di emigrazione e da Paesi di accoglienza. Il rilevante patrimonio di conoscenze, poste a confronto in un nutrito numero di incontri collegiali e di occasioni informali, ha consentito alla comunità di studiosi che si è andata aggregando intorno a questi interessi, di elaborare comuni basi di riferimento su cui sviluppare metodologie di approccio ai problemi posti dalla convivenza interetnica in ambito urbano, con particolare attenzione al contributo dell’innovazione tecnologica.
La Fondazione ha promosso e coordina una rete scientifica costituita da esponenti della cultura provenienti da Università e Istituti di ricerca europei e del bacino del Mediterraneo, con lo scopo di produrre e diffondere conoscenza sul tema della città multietnica e dell’innovazione tecnologica, contribuendo alla formazione ed alla sperimentazione degli scenari urbanistici in prospettiva interetnica che hanno dato luogo ad una nuova pubblicazione sui risultati.
Il percorso è iniziato indicendo il XX Concorso sulla città come sistema complesso in crisi strutturale (1992), il XXI Concorso sulle infrastrutture fisiche e telematiche per la città del XXI Secolo (1994), il XXII Concorso sulla Conferenza Mondiale Habitat II (1996) e, nel 2001, il XXIII Concorso internazionale sullo Schema di Sviluppo dello Spazio Europeo; contribuendo alle molteplici iniziative del gruppo Innovazione Tecnologica e Trasformazioni Territoriali; organizzando, nel 2002 a Roma in Palazzo Baldassini e nel 2003 a Caserta nel Belvedere di San Leucio, convegni-dibattito sulla Città Europea Multietnica; pubblicando, nel 2003, nel 2004, nel 2005, nel 2006, e nel 2008, cinque volumi e due DVD rom su “Città di genti e culture” e nella collana “Ricerca e Documentazione” il Quinto volume dal titolo “La formazione del “Manager della città interetnica” – Le ricerche dei “Corsisti”; promuovendo, nel 2004 e nel 2005, i primi Corsi di Alta Formazione dei Manager della città cablata e interetnica”; realizzando una collaborazione con la Link Campus University in Roma dalla quale sono scaturite iniziative per l’istituzione di un nuovo corso di laurea sulla città interetnica, iniziativa di cui si è perduta la memoria, nonostante la fede, l’impegno e l’entusiasmo profuso per la elaborazione della proposta progettuale.