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Volume 24 XXIII Concorso 2002. Schema di Sviluppo dello Spazio Europeo – Verso uno sviluppo territoriale equilibrato e sostenibile dell’Unione Europea, a cura di Corrado Beguinot, Giannini, Napoli 2002.

Volume XXIV – XXIII Concorso 2002. Schema di Sviluppo dello Spazio Europeo – Verso uno sviluppo territoriale equilibrato e sostenibile dell’Unione Europea, a cura di Corrado Beguinot, Giannini, Napoli 2002.

Lo Schema di Sviluppo dello Spazio Europeo (SSSE), documento conclusivo concordato dai Ministri responsabili dell’Assetto territoriale negli Stati membri dell’Unione Europea al termine dell’informale Consiglio svoltosi a Potsdam, il 10-11 maggio 1999 è stato posto a base delle riflessioni e dei contributi prodotti dai partecipanti al XXIII Concorso biennale indetto dalla Fondazione.

Questo documento, pur non avendo carattere vincolativo per gli Stati che lo hanno sottoscritto, costituisce un importante strumento di orientamento politico col quale vengono delineate opzioni strategiche di base, ritenute idonee ad avviare o potenziare i processi di cooperazione in Europa, con particolare attenzione alla loro incidenza sul territorio.

Nelle intenzioni dei sottoscrittori, lo SSSE dovrà quindi costituire il quadro di orientamento cui dovranno ispirarsi le politiche di programmazione dell’assetto territoriale poste in essere, nei prossimi anni e in riferimento alle rispettive competenze, da tutti gli Stati membri, le Regioni e gli Enti locali dell’Unione, per il perseguimento di tre principali obiettivi: 1. la coesione socio-economica degli Stati membri; 2. la salvaguardia e la gestione delle risorse naturali e del patrimonio culturale; 3. la promozione di una più equilibrata competitività territoriale.

Nel documento posto a base dell’iniziativa concorsuale proposta dalla Fondazione per l’anno 2001, i Ministri che lo hanno sottoscritto hanno riconosciuto uno strumento utile per: – conferire maggiore efficacia ai fondi strutturali erogati dall’Unione per iniziative di pianificazione territoriale; – continuare l’opera di apertura delle frontiere dell’Unione verso i Paesi PECO; – contribuire al consolidamento dei rapporti dell’UE con l’area del Mediterraneo, considerata strategica per avviare e/o consolidare una costante collaborazione dell’Europa con Paesi limitrofi, esterni all’Unione; – concorrere alla configurazione degli schemi relativi alle reti transeuropee di collegamento (TEN) e consentire, a tutti i territori europei, omogenee possibilità di accesso ai grandi nodi intercontinentali; – contribuire allo sviluppo del territorio e alla coesione economica e sociale mediante la scelta di opportune tipologie di produzione, localizzate secondo nuove logiche di sistemi a rete, logiche ritenute valide, sia per una grande impresa che si organizza in modo decentrato, sia per un insieme di PMI tra loro strategicamente integrate; – contribuire allo sviluppo equilibrato di sistemi metropolitani ed urbani policentrici integrati.
Lo SSSE riconosce in Europa una sola area integrata a livello economico globale – identificata come il cuore dell’UE – costituita dalle cinque città metropolitane di Londra, Parigi, Milano, Monaco ed Amburgo; attualmente, infatti, solo quest’area è in grado di offrire sistemi economici forti e competitivi a livello mondiale. Pertanto, in vista di un futuro ampliamento dell’Unione, il documento propone di adottare una nuova strategia di sviluppo spaziale che consenta di ridurre al minimo le disparità tra il cuore e la periferia dell’Europa, che si avvia ad essere sempre più estesa. A tal fine lo SSSE propone di adottare, per il modello urbano, una logica organizzativa in forma di rete insediativa a struttura dinamica ed integrata, costituita da aree metropolitane ed insiemi policentrici di città di piccola e media dimensione. Questa nuova struttura dovrà, in particolare, essere in grado di esprimere nuove potenzialità che consentano all’Unione: – di competere con le altre grandi regioni economiche mondiali; – di migliorare la qualità del territorio, mediante una incisiva azione di tutela e valorizzazione delle risorse naturali e storico/culturali; – di coinvolgere nello sviluppo anche aree rurali che, integrate in territori urbani e metropolitani, contribuiscano a qualificarne gli aspetti ambientali e paesaggistici, valorizzando a pieno la fondamentale funzione biologica svolta dagli spazi verdi; – di contribuire allo sviluppo di processi di cooperazione transfrontaliera e transnazionale, intesi anche come strumenti di coordinamento delle politiche regionali.

L’attualità del documento, posto a base del confronto concorsuale, è confermata dagli sviluppi determinatisi in campo geo-politico internazionale in questi ultimi anni, col progressivo acutizzarsi di stridenti contrasti, culturali e socio-economici, tra Paesi anche limitrofi che si manifestano con estreme forme di diversità. In un mondo che, sospinto dalle esigenze economiche del “mercato”, si globalizza è necessario, invece, tendere a consolidare ed a conciliare le identità locali che sole possono, da un canto, scongiurare il rischio di produrre un uniforme appiattimento delle diversità e, dall’altro sollecitare un fertile confronto tra popoli e culture diverse.
La conferma dei termini entro cui l’Unione ha in animo di allargare, per fasi, i propri confini verso i Paesi dell’Est europeo e la sempre maggiore pressione esercitata ai suoi margini da una crescente massa di diseredati che, spinti da una prospettiva di vita migliore, affrontano lunghi – e non di rado rischiosi – viaggi che spesso hanno termine in condizioni esistenziali di emarginazione sociale se non di illegalità, pongono l’esigenza di una decisa riaffermazione del ruolo di governo e di coordinamento culturale che l’Unione deve riuscire a svolgere per garantire pari opportunità ad ognuna delle poliedriche realtà locali che si affacciano nel suo territorio. Solo dettando regole di civile coesistenza e cooperazione sarà possibile rinsaldare legami culturali tra i popoli, dilatare l’area del benessere anche alle regioni periferiche, sviluppare occasioni di incontro anche dettate da comuni interessi economici.

Su questa linea si muove lo SSSE e su questi temi, esplicitamente richiamati nel Bando del XXIII Concorso per monografie indetto dalla Fondazione Della Rocca per l’anno 2001, con il supporto della Direzione Generale del Coordinamento Territoriale del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti.

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